Fin da piccolissima ho adorato la natura, i colori, la magia del cielo e quella delle stagioni. Mi piaceva disegnare, colorare. Già nelle scuole medie incontravo il favore di ogni insegnante di disegno. Mi piaceva l’arte in tutte le sue forme. Poi da grande, dopo aver avuto mio figlio, non c’è più stato il tempo. Magari di notte, dopo la separazione, quando cercavo di riempire le falle sempre più profonde della mia anima. Beh, lì ho coltivato anche un altro tipo di arte: La scrittura. Per buttare fuori e mettere ordine in quelle emozioni che altrimenti mi avrebbero ucciso. Nadia non esisteva più. Ero la figlia, la madre, ero stata la moglie, ma Nadia non aveva più una sua collocazione e lo psicologo costava caro. L’arte, in tutte queste forme mi ha aiutata ad uscire dal buco in cui ero sprofondata ed ho cercato la mia. Il mio modo di esprimere le emozioni, il mio modo di urlare al mondo il dolore, la gioia, l’amore. Condividere, la parola magica che ha salvato Nadia dall’annientamento. Ho studiato, sperimentato, ma la chiave della mia arte è sempre stata la spontaneità. Il sentire nascere l’emozione e buttarla fuori in qualsiasi modo, immediata, pura, così come arrivava. Lo studio interveniva dopo, in quella spasmodica ricerca per trovare l’armonia, la bellezza che da sempre ha incantato i miei occhi. Al mio attivo ho diverse mostre, in comuni e gallerie private. Ho partecipato alla realizzazione del Bosco Parco “La Birichinaia” di Tolè, con l’alfabetiere, la casetta di cioccolata, fate, gnomi, la fiaba di Heidi, dipingendone tutti i personaggi. La realizzazione del presepe di Calderino. Sagome di legno a grandezza naturale. Opere murali. Ma la mia arte non si ferma qui, anzi si è evoluta in mille e mille forme, che spaziano dalla scultura all’arredo. Ho creato oggetti e forme d’arte con materiali di recupero. Odio sprecare, buttare, mi piace rivisitare, donare vita nuova ad ogni materiale sia in grado di conservare la propria integrità. La mia casa ne è la prova tangibile. Una casa nel bosco, abitata da cinque gatti, un cane e la mia famiglia. Dipinta all’esterno e all’interno, dove ogni oggetto porta la mia impronta. Tra queste mura sono nati i miei libri. Nadia si è evoluta divenendo scrittrice. Dapprima una fiaba creata e illustrata da me, L’Angelo e la Fata, poi il primo romanzo vero e proprio La torre sull’Oceano, a seguire tutti gli altri: Le Bastava il profumo dell’erba, La Regina del Vento, Streghe, Forse e Ulisse e le sirene. A tutt’oggi sto lavorando a un nuovo romanzo. L’arte di Nadia non si ferma mai.